Il Museo
geopaleontologico
di Cava Bomba

Il Museo di Cava Bomba è un complesso di archeologia industriale con 3 forni utilizzati da fine Ottocento agli anni 60 del Novecento per l'estrazione e la produzione della calce e del cemento; è testimonianza di un'attività produttiva tipica del territorio dei Colli Euganei del passato. Segna il punto di partenza del sentiero del Monte Cinto. Nella cornice dei colli, è un luogo d'incontro, una piccola perla del territorio ideale per una visita tra scienza e natura.

Museo fronte
Museo dall'alto

Il Museo oggi

Nel 2019 La Provincia di Padova ha passato la gestione del Museo al Comune di Cinto Euganeo, mantenendosi gli oneri economici per tutte le forniture, senza escludere eventuali ulteriori sostegni. L'Amministrazione Comunale di Cinto è seriamente motivata alla promozione del museo, che considera un elemento fondamentale per la valorizzazione del suo territorio. Essa potrà inoltre contare sulla collaborazione del Dipartimento di Geoscienze e del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova per la consulenza scientifica e sul GMPE e altre associazioni culturali per alcuni aspetti operativi didattici e divulgativi.

Siamo tornati, più forti di prima.

Il Museo, finalmente riaperto 2019 vede la collaborazione di:

  • Logo Comune di Cinto EuganeoComune di Cinto Euganeo
  • Logo Provincia di PadovaProvincia di Padova
  • Logo Gruppo Mineralogico Paleontologico EuganeoGruppo Mineralogico Paleontologico Euganeo
  • Logo Dipartimento di Geoscienze dell'Università di PadovaDipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova
  • Logo La cooperativa Le Macchine CelibiLa cooperativa Le Macchine Celibi

Le aree espositive interne sono tre: la sezione geologica (Sala A), dedicata ai cambiamenti avvenuti nei Colli Euganei nelle varie ere geologiche e ai fossili trovati localmente e in altri luoghi; la sezione mineralogica intitolata a Delmo Veronese (Sala B) che raccoglie minerali provenienti dagli Euganei e da tutto il mondo e la sezione dedicata alla collezione “Da Rio” (Sala C). Quest'ultima è composta da rocce minerali e fossili raccolti tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento dal conte Niccolò Da Rio, importante letterato e naturalista padovano.